Tanzania

Panoramica

Paese dalle mille bellezze , terra di pianure e monti con una stretta e bassa fascia costiera , la Tanzania è il paese più esteso dell’Africa orientale. Il territorio è quasi interamente costituito da un altopiano in parte semi desertico e in altre zone coperto dalla savana e da radi robusti.

Le più grandi città sono Dar Es Salaam (polo economico del paese), Zanzibar, Arisha.

E’ possibile raggiungere il Paese sia in aereo che via mare. I principali aeroporti e porti sono quelli presenti nelle città di Dodoma, Dar Es Salaam, Kigoma .

ItalAfrica Centrale - Tanzania

Geografia

Con 947300 km², la Tanzania è il 31º Paese più grande del mondo. È paragonabile per dimensioni alla Nigeria e all’Egitto, oltre tre volte l’Italia. La Tanzania è prevalentemente montuosa nel nord-est, dove si trova il Kilimangiaro, la vetta più elevata dell’Africa e le Pare Mountains. Nella stessa regione si trova anche il monte Meru. Nel nord e nell’ovest si estende la regione dei Grandi Laghi, tra cui il lago Vittoria (il lago più grande dell’Africa) e il lago Tanganica (lago più profondo dell’Africa, noto per le sue specie di pesci endemici). Un altro lago è il Natron, caratterizzato dalle acque saline, e situato nella Rift Valley vicino al confine con il Kenya. La Tanzania centrale si conforma come un vasto altopiano, con pianure e aree seminative. La costa orientale che si affaccia sull’oceano Indiano è calda e umida. L’isola di Zanzibar si trova di fronte alla costa orientale.

La Tanzania possiede molti grandi parchi naturali ecologicamente significativi, tra cui il famoso Ngorongoro, il Parco nazionale del Serengeti nel nord; la Riserva di caccia del Selous e il Parco nazionale di Mikumi, nel sud; il Parco nazionale di Gombe ad ovest, noto per gli studi della dottoressa Jane Goodall sul comportamento degli scimpanzé.

Idrografia
Il punto più rilevante dell’idrografia della Tanzania è il lago Vittoria, sul confine tra Tanzania, Kenya e Uganda; è il lago più esteso dell’Africa e qui sono identificate le sorgenti del Nilo. A sud-ovest di questo, sul confine con la Repubblica Democratica del Congo, c’è il lago Tanganica, considerato il secondo lago più vecchio al mondo (e il secondo per profondità) dopo il lago Bajkal in Siberia. Sul confine con lo Zambia si trovano le Cascate Kalambo, zona di grande interesse archeologico poiché vi sono stati trovati i primi segni dell’uso del legno degli alberi da parte dell’uomo.

Trasporti

La maggior parte dei trasporti in Tanzania avviene su strada, il Paese ha anche due compagnie ferroviarie e quattro aeroporti internazionali, oltre a 100 piccoli aeroporti e piste di atterraggio.

Investire in Tanzania

Opportunità commerciali per le imprese italiane

I settori che appaiono maggiormente appetibili per gli investimenti sono quelli: agro-industriale e industria conserviera , macchine utensili per l’industria tessile, per la lavorazione della pelle, materiali per costruzioni, macchine per la lavorazione del legno, del marmo e delle pietre ornamentali e per imballaggi, attrezzature e macchine per la gioielleria, attrezzature per l’informatica e le telecomunicazioni, forniture ed attrezzature sanitarie, impianti di depurazione dell’acqua.

Il settore agricolo, con un tasso di crescita annuo intorno al 3%-4%, rappresenta un terzo del PIL e tre quarti della forza lavoro. Secondo la Banca Mondiale, agricoltura e allevamento stanno attraversando una profonda fase trasformativa, con ottime prospettive di medio periodo. Il governo incoraggia gli investimenti in questo settore, anche attraverso la rivitalizzazione di aziende di Stato.

Negli ultimi anni si è registrato un consistente flusso di investimenti italiani nel settore turistico.

Nel settore minerario e dei servizi si segnalano invece operazioni di modesta entità da parte di imprenditori titolari di piccole e medie imprese.

Possibilità di investimento possono derivare dai programmi di ammodernamento della rete viaria, di costruzione di ponti, dai nuovi programmi di sviluppo del governo in campo energetico e agricolo e dallo sfruttamento di risorse naturali per lo sviluppo di prodotti per l’industria farmaceutica e cosmetica.

Flussi turistici

La Tanzania è una rinomata località turistica e più del 25% della superficie totale è destinata alla fauna selvatica, parchi e riserve di caccia. Dispone di 16 parchi nazionali, 32 riserve di caccia, 50 riserve controllate oltre numerose attrazioni come il monte Kilimanjaro e l’arcipelago di Zanzibar. Vanta tre circuiti turistici principali: quello del Nord che comprende il Serengeti National Park; quello meridionale con il Selous Game Reserve e le spiagge, alcune delle più belle e incontaminate in Africa. Zanzibar e Pemba, le esotiche isole delle spezie, sono famose per la storia e tradizioni, per la pesca sportiva e d’altura e per le spiagge.

Prodotti delle altre industrie manifatturiere

Il settore manifatturiero è ancora agli albori, con pochi settori attivi e una netta prevalenza nelle esportazioni dei prodotti agricoli non trasformati rispetto a quelli industriali. Il settore manifatturiero ha però mostrato una crescita costante nel corso degli ultimi anni (4% annuo) e contribuendo all’8% al PIL.

Contributo agro-pastorale al PIL
44.7%
Contributo industria al PIL
17.8%
Contributo turismo al PIL
17.5%

Industria e risorse estrattive

L’industria è essenzialmente limitata alla lavorazione dei prodotti agricoli (zucchero, tabacco, birra, legno, fertilizzanti) e di alcuni beni di consumo (scarpe, cemento, prodotti tessili).
L'industria e la costruzione sono una componente importante e in crescita dell'economia tanzaniana, queste componenti comprendono l'estrazione, la produzione, l'elettricità, il gas naturale e l'approvvigionamento idrico.
Le industrie, per la maggior parte statali, forniscono il 17,8% del PIL annuo, impiegando solamente il 3% della forza lavoro. Sono attive soprattutto nella trasformazione dei prodotti di base. La produzione di canapa sostiene l’industria tessile. Il Paese esporta carbone, oro e pietre preziose come diamanti e tanzanite.
Il paese è inoltre ricco di risorse minerarie (oro, gemme, diamanti). Anche il settore petrolifero rappresenta un settore importante per l’economia del paese soprattutto per la raffinazione del petrolio. Negli ultimi anni sono stati scoperti dei giacimenti di gas naturale presso il delta del fiume Rufiji, il cui sfruttamento potrebbe cominciare a breve.
L’attività estrattiva del paese è basata sui giacimenti di diamanti, oro e sale; nel paese si trovano inoltre modesti depositi di carbone, piombo, minerali ferrosi, tungsteno, caolino, fosfato e magnesio.

Agricoltura, allevamento e pesca

L'economia tanzaniana è fortemente basata sull'agricoltura, il mais è la più grande coltura alimentare seguita da manioca, patate dolci, fagioli, banane, riso, zucchero, noci, tabacco, caffè, tè e miglio. La carne bovina è l'alimento maggiormente prodotto, seguito da agnello, pollo e maiale.
L’allevamento di caprini e bovini, che per alcune popolazioni, quali i masai, rappresenta la sola risorsa economica, è oggi un settore in fase di sviluppo. Il comparto agro-pastorale occupa l’82% della popolazione attiva, fornendo il 44,7 % del Pil.
Di rilievo sono le risorse forestali, dalle quali si ricavano ingenti quantità di essenze pregiate.
La pesca, praticata soprattutto nelle acque interne, consente una discreta produzione. Nell’Oceano Indiano si pescano sardine e tonni che vengono perlopiù esportati.

Turismo

Viaggi e turismo hanno contribuito al 17,5% del prodotto interno lordo della Tanzania nel 2016, le entrate derivate dai turisti internazionali sono passate da $1,225 miliardi nel 2010 a $2 miliardi nel 2016.
La stragrande maggioranza dei turisti visita Zanzibar o il "circuito settentrionale" del Parco Nazionale del Serengeti, il Ngorongoro Conservation Area, Tarangire National Park, Lake Manyara National Park e il Monte Kilimangiaro.
Il turismo, dalla fine degli anni ’80, è in costante crescita e costituisce una voce molto importante nel bilancio dello Stato. Il paese dispone di straordinarie attrattive tra cui le riserve faunistiche, il Parco nazionale di Serengeti, il Kilimangiaro, la fascia costiera e Zanzibar. Le autorità stanno compiendo notevoli sforzi per cercare di adeguare la capacità ricettiva alla domanda internazionale e per sfruttare al meglio le bellezze naturali del territorio.

Partner commerciali esteri

Nel paese sono inoltre presenti birrifici, oleifici, mobilifici e cementifici. I principali partner commerciali sono la Gran Bretagna, la Germania, il Giappone, l’Italia, l’Iran, la Danimarca e i Paesi Bassi.
In Tanzania esiste un piccolo gruppo di imprenditori italiani con investimenti diversificati nell’ambito del commercio, dei trasporti, del turismo, del settore minerario e delle costruzioni. In particolare, nel turismo si segnalano i rilevanti investimenti effettuati negli ultimi anni per quanto concerne gli insediamenti di villaggi vacanze nell’isola di Zanzibar.

Il paese

Il nome “Tanzania” è una parola macedonia nata dalla fusione di “Tanganica” (nome dell’amministrazione fiduciaria britannica che corrisponde alla Tanzania continentale) e “Zanzibar”; fu adottato quando i due soggetti si unirono nel 1964.

Il nome “Tanganyika” deriva dalle parole swahili tanga, “navigare”, e nyika (“pianura disabitata”, “landa desolata”) e si riferiva originariamente al lago Tanganica. Il nome di Zanzibar viene, invece, da zengi, il nome della popolazione locale (per intendere “nero”), e dal suffisso persiano bār, che significa “costa” o “riva”.

Nome completo: Repubblica Unita di Tanzania
Nome ufficiale: (SW) Jamhuri ya Muungano wa Tanzania, (EN) United Republic of Tanzania
Lingue ufficiali: Swahili e inglese
Capitale: Dodoma
Superficie totale: 945.090 km² (31º)
% delle acque: 6,2%
Popolazione totale: 61.076.544 ab. (2021)
Densità: 67 ab./km²
Tasso di crescita: 2,98% (2020)
Nome degli abitanti: Tanzaniani
Valuta: Scellino tanzaniano
Codici ISO 3166: TZ, TZA, 834
Prefisso tel.: +255
Sigla autom.: EAT
Inno nazionale: Mungu ibariki Afrika
Festa nazionale: 26 aprile

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Informazioni importanti

Gli investimenti sono regolati dal “Tanzania Investment Act” del 1997.

Tanzania Investment Centre
E’ l’Agenzia governativa che ha il mandato di coordinare, promuovere e facilitare gli investimenti in Tanzania e fornire l’assistenza necessaria al Governo nella elaborazione della politica sugli investimenti e questioni relative.

Esso provvede a rilasciare il “certificate of incentives” che certifica lo status ufficiale di investitore nel Paese.

Le imprese che intendano investire nel settore minerario e petrolifero sono tenute a seguire una specifica procedura per ottenere le autorizzazioni necessarie allo svolgimento della loro attività , secondo il disposto del “Mining Act” del 1998 e del ” Petroleum (Exploration and Production) Act” del 1980.

Il Centro si dichiara, comunque, disponibile ad assistere tali operatori nei percorsi burocratici richiesti.

Le principali funzioni del Tanzania Investment Centre sono le seguenti:
– promuovere le misure necessarie atte a sostenere un clima più favorevole agli investimenti;
– raccogliere, analizzare e diffondere informazioni circa le opportunità di investimento per gli imprenditori, inclusa la ricerca di partner per joint-venture;
– assistere gli investitori nell’ottenimento di permessi, autorizzazioni, licenze e registrazioni necessarie per lo svolgimento della propria attività;
– ricercare siti, proprietà, terreni per conto degli investitori;
– informare sui benefici ed incentivi previsti dalle leggi;
– intraprendere e sostenere attività promozionali per incoraggiare e facilitare gli investimenti a livello locale, così come i programmi di sviluppo imprenditoriali.

Certificate of incentives
Per ottenere il certificato in questione relativamente a “progetti nuovi, di espansione o riabilitazione” sono fissati i seguenti minimi di capitale investito:
– USD 300.00 per progetti che appartengono totalmente a cittadini esteri o a società registrate;
– USD 100.000 per progetti che appartengono totalmente a cittadini tanzani o a società registrate localmente e la cui maggioranza delle quote appartiene a cittadini tanzani che ne hanno il controllo.

La richiesta del “certificate of incentives”, viene concessa con differenti benefici ed incentivi a seconda del settore economico di riferimento.

Vantaggi per l’investitore
I vantaggi che ne derivano possono essere così sintetizzati:
– riconoscimento della proprietà privata e protezione contro i rischi non commerciali (la Tanzania è membro della “Multilateral Investment Guarantee Agensy” e del “International Centre for Settlement of Investiment Disputes”, entrambi affiliati alla Banca Mondiale);
– favorevoli detrazioni (100%) sulle spese per edifici industriali, impianti, macchinari e spese relative all’ agricoltura;
– tariffe di importazione ridotte sui beni capitali del progetto (5% dazio di importazione per investimenti nei settori prioritari e zero per investimenti nei settori guida);
– proroga del pagamento dell’IVA sulle immobilizzazioni;
– rimborso del dazio di importazione sulle materie prime;
– eliminazione dell’ IVA sull’esportazione di manufatti;
– favorevole detrazione per deprezzamento sui beni capitali;
– rivalutazione annuale degli investimenti in conto capitale non recuperato relativamente al settore minerario;
– le perdite in cui si sia incorsi nella gestione di un’attività’ d’affari possono essere, ai fini fiscali, detratte dal reddito dell’anno successivo per un periodo di cinque anni. Per chi svolga un’attività’ mineraria, tali perdite possono essere riportate indefinitamente;
– imposta societaria del 30%, cedolare su dividendi del 10% e nulla sugli interessi per prestito;
– diritto di trasferire all’estero il 100% di profitti e capitale in valuta;
– facilitazioni nell’ottenimento dei permessi di residenza e di lavoro;
– permesso di impiego di almeno cinque espatriati per un progetto garantito dal “certificate”.

Zanzibar
L’isola di Zanzibar dispone di una specifica politica degli investimenti, regolata dall’ “Investment Act” del 1986, che stabilisce le procedure ed offre una serie di incentivi agli investitori.

La priorità del Governo di Zanzibar nel promuovere investimenti esteri viene data ai progetti in grado di produrre entrate in valuta estera.

La “Zanzibar Investment Promotion Agency” (ZIPA) costituisce il punto di contatto per investitori potenziali ed il necessario collegamento con quel Governo.

Il Governo di Zanzibar ha creato la “Zanzibar Free Trade Economic Zones Authority” (ZAFRESA) in applicazione della legge “Free Economic Zones Act” del 1992 e successivo emendamento del 1997, al fine di fornire una varietà di servizi infrastrutturali agli investitori, compreso il leasing di terreni già attrezzati e servizi per stabilimenti.

Sebbene il 100% di proprietà estera sia permesso nella maggior parte dei settori, il Governo di Zanzibar mantiene alcune restrizioni per ciò che concerne il piccolo commercio al dettaglio, le piccole operazioni turistiche e la pesca su scala ridotta.

Per quanto riguarda Zanzibar, gli investimenti devono essere autorizzati o da ZIPA o da ZAFRESA.

Controversie commerciali
La Tanzania e’ firmataria della Convention Establishing the Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA) ed e’ anche membro dell’ International Centre for the Settlement of Investment Disputes.

La Convenzione di Lome’ tra i Paesi ACP e l’U.E. fissa i principi per la protezione degli investimenti europei.

Nell’Agosto 2001 e’ stato firmato l’Accordo fra l’Italia e la Tanzania per la Promozione e Protezione degli Investimenti, dove sono previste precise disposizioni per dirimere eventuali controversie commerciali.

La Tanzania è aperta agli investimenti diretti esteri in tutti i settori dell’economia.

La normativa di riferimento, per quanto riguarda gli investimenti esteri, è stata emanata nel 1996 con l’elaborazione della “National Investment Promotion Policy”.

Nel 1997, come previsto dalla stessa legge, è stato creato il Tanzania Investment Center (TIC) che funge da punto focale per gli investitori con l’obiettivo di facilitare, coordinare e promuovere gli investimenti nel Paese nonché fornire supporto al governo sul piano delle “policy”. In particolare, il centro rilascia dei certificati per i progetti approvati che prevedono un investimento minimo di 300.000 dollari, se di proprietà estera, e di 100.000 dollari, se di proprietà nazionale. Tali certificati garantiscono una serie di incentivi fiscali per gli investitori.

L’investitore che voglia operare nel Paese è tenuto alla registrazione della propria impresa (sia branch posseduta al 100%, sia nuova impresa locale in partnership o meno con altra impresa locale) presso la BRELA (Business Registrations and Licensing Agency).
La registrazione presso la BRELA dovrebbe garantire una maggiore protezione per la nuova società quali la possibilità di registrare marchi e invenzioni e la protezione della proprietà intellettuale.

La legge sugli investimenti garantisce la trasferibilità incondizionata, attraverso i canali bancari autorizzati, dei profitti netti e di tutti gli altri introiti finanziari in valuta convertibile associati agli investimenti diretti esteri anche se la procedura di trasferimento può essere lunga e burocratica.

L’Italia e la Tanzania hanno firmato nel 2001 un Accordo bilaterale di protezione e promozione degli investimenti reciproci.

E’ inoltre in vigore dal 1983 la Convenzione contro le Doppie Imposizioni sul Reddito e/o sul Patrimonio.

La legge tanzana garantisce il diritto di proprietà privata e di stabilimento, fatta eccezione per il diritto sul suolo che rimane di esclusiva proprietà dello Stato tanzano. Infatti, l’occupazione del suolo, anche a fini di investimenti è concessa in Tanzania solo sulla base di contratti di affitto di durata pari a 33, 66 o 99 anni.

I principali ostacoli agli investimenti sono costituiti dalla burocrazia inefficiente, dalle precarie infrastrutture, dall’incostanza nella fornitura di elettricità, da un carente quadro di riferimento normativo, da un inefficiente sistema giudiziario, unitamente ad un alto tasso di corruzione.

Il sistema giuridico è di derivazione britannica, ma molto spesso non appare in grado di garantire una adeguata esecuzione dei procedimenti, a causa di limiti strutturali e di un atteggiamento non molto garantistico per quanto riguarda gli interessi stranieri nel Paese.

E’ peraltro prevista e accettata come prassi contrattuale la possibilità di delegare la risoluzione di controversie commerciali o relative ad investimenti esteri a un tribunale arbitrale,  istituito sia in loco che presso la International Chamber of Commerce di Parigi.
E’ avvertita, inoltre, la necessità di una maggiore trasparenza negli appalti pubblici, nelle privatizzazioni, nell’amministrazione fiscale e doganale e nella gestione portuale.
Va comunque dato atto alle autorità Tanzane di compiere notevoli sforzi per approfondire la transizione verso una economia di libero mercato e per creare un clima più favorevole agli  investimenti. E’ allo studio la riformulazione della legge sugli investimenti.

E’ inoltre entrata recentemente in vigore una nuova legge sull’imposizione fiscale che dovrebbe razionalizzare e semplificare il sistema tributario.

Infine è stata recentemente approvata dal Parlamento la legge istitutiva delle cosiddette “Special Economic Zones”, dislocate in 25 parti del Paese, nelle quali vige un regime fiscale privilegiato, oltre all’esenzione dai dazi doganali e alle quali in futuro dovrebbe essere fornita una adeguata dotazione infrastrutturale per facilitare gli investimenti.

Il Presidente della Repubblica Unita di Tanzania è SAMIA HASSAN SULUHU

MINISTRI:

Primo Ministro: Majaliwa Kassim Majaliwa

Presidente di Zanzibar: Ali Mohamed Shein

Ministra della salute, del genere, degli anziani e dei bambini: Gwajima Dorothy

Ministro dell’allevamento e della pesca: Mashimba Mashauri Ndaki

Ministro dell’Agricoltura: Adolf Mkenda

Ministro della Difesa e del Servizio Nazionale: Elias Kwandikwa

Ministro dell’Energia e delle Risorse Minerarie: Sospeter Mwijarubi Muhongo

Ministro delle finanze e della pianificazione: Philip Isidory Mpango

Ministro degli Affari Esteri, Cooperazione dell’Africa Orientale, Relazioni regionali e internazionali: Palamagamba Kabudi

Ministro dell’Interno: Mwigulu Lameck Nchemba Madelu

Ministro dell’Industria e del Commercio: Geofrey Mwambe

Ministero dell’Informazione, Cultura, Arte e Sport: Harrison George Mwakyembe

Ministro della giustizia e degli affari costituzionali: Mwigulu Lameck Nchemba

Ministro del territorio e dell’edilizia abitativa: William Lukuvi

Ministro delle risorse naturali e del turismo: Damas Ndumbaro

Ministro dei lavori pubblici, dei trasporti e delle comunicazioni: Leonard Chamriho

Ministro dell’acqua e dell’irrigazione: Jumaa Aweso

Ministro dell’Istruzione, della Scienza, della Tecnologia e della Formazione Professionale: Joyce Lazaro Ndalichako

Ministro delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione: Faustine Ndugulile

Ministra delegato alla vicepresidenza responsabile per l’Unione e l’ambiente: Ummy Mwalimu

Ministro Delegato di Stato alla Presidenza, incaricato degli Investimenti (precedentemente sotto l’autorità del Primo Ministro): Kitila Mkumbo

La complessa struttura fiscale si articola in imposizione diretta  ed indiretta. La prima riguarda la tassa sul reddito e sulla proprietà, mentre la seconda si riferisce ai consumi ed al commercio internazionale.
L’Ente che gestisce tutte le operazioni relative all’ imposizione fiscale è la Tanzania Revenue Authority (TRA). Si ricorda che è in vigore l’Accordo fra Italia e Tanzania per evitare le doppie imposizioni.

Imposta sulle società
L’aliquota corrente è del 35% ed è applicata sui profitti tassabili accumulati  da ogni società che svolga la propria attività nel Paese. A tal fine, tutte le società (comprese le filiali di società estere) sono tenute a compilare annualmente una denuncia provvisoria, una sorta di auto-accertamento, sulla base dei redditi stimati, mentre la denuncia definitiva dovrà essere presentata entro tre mesi dalla fine dell’esercizio contabile relativo.

L’imposta, che si desumerà dal confronto tra i due accertamenti, dovrà essere versata al momento della presentazione della denuncia finale.

Imposta sul  reddito  
Compete a ogni residente, intendendosi per tale ogni individuo che risieda permanentemente in Tanzania, oppure che sia stato presente nel Paese per un periodo di almeno 183 giorni nell’anno in riferimento, o di almeno 122 giorni nell’ anno in riferimento così come nel corso dei tre anni precedenti.

Tutti i componenti del salario, ad eccezione del contributo abitazione, sono tassabili. L’imposta sul reddito si articola in quattro fasce di aliquote progressive che vanno attualmente dal 17.5% al 35%. Tutti i lavoratori dipendenti sono tenuti al pagamento della loro imposta sul reddito sulla base del Pay as You Earn (PAYE) Scheme.  

Imposta sui redditi di capitale
  
L’aliquota di imposta applicata sui capitali gains è attualmente del 10% calcolata sulla differenza tra il valore dell’interesse o dell’attività finanziaria venduti ed il costo determinato di tale interesse o attività finanziaria.  

Imposta sul valore aggiunto  
Si tratta di un prelievo fiscale generalizzato del 20% sui consumi della maggior parte di beni e servizi, prodotti nel Paese o importati. Qualsiasi impresa che produca o venda beni su cui l’IVA è applicabile, prima di iniziare la sua attività d’affari, dovrà registrarsi con gli uffici della TRA.

L’ importazione di beni capitali per investire in quelli che sono i settori ritenuti prioritari di sviluppo dall’ Investment Promotion Centre, non è soggetta al pagamento dell’IVA.

Imposta di consumo sui beni manufatti localmente
  
E’ applicato nei confronti di determinate produzioni locali quali bevande, birra, sigarette e prodotti petroliferi. Si tratta di dazi ad valorem la cui aliquota differisce a seconda del prodotto.  

Dazio di importazione  
Si tratta di dazi ad valorem calcolati sul valore CIF dei beni importati nel Paese.

L’attuale regime tariffario stabilisce quattro classi di aliquote: 5%, 10%, 20% e 25%.

I titolari di “certificate of incentives” sono esenti dal pagamento dei  dazi di importazione relativamente ai beni afferenti a settori ritenuti strategici e prioritari di sviluppo,  quali fertilizzanti, pesticidi, trattori ed anche equipaggiamenti per il settore delle infrastrutture.

In linea generale, non è richiesto il “certificate of incentives” per essere esenti dal pagamento del dazio di importazione su trattori, così come su beni capitali per attività mineraria.

Le importazioni di materie prime,  parti di ricambio e beni capitali sono tassate al 5%; semi-lavorati e parti al 10%;  prodotti finiti e parti di motoveicoli al 20%. La maggiore aliquota del 25% si riferisce a beni di consumo.         

Imposta al consumo  
Un’aliquota del 10% è applicata sugli autoveicoli, mentre i beni di lusso sono tassati al 30%.

Aliquote specifiche sono riservate a bevande ed alcolici di importazione, così come ai prodotti petroliferi.

La Tanzania continua ad utilizzare ampiamente barriere tariffarie per proteggere l’industria locale, anche se la recente riforma ha semplificato e liberalizzato il regime commerciale ed ha ridotto i dazi doganali medi applicati alle merci in entrata nel paese.

La Tanzania fa parte
, con Kenia e Uganda, della East African Community, istituita il 30 novembre 1999. Il Trattato istitutivo prevedeva la costituzione di una Unione Doganale, che è stata effettivamente creata il 2 marzo 2004 ed è diventata operativa a partire dal 1 gennaio 2005.
L’Unione Doganale ha creato un potenziale mercato integrato di circa 92 milioni di persone, con un PIL di circa 30 miliardi di dollari. Il 1° luglio 2007, ne sono entrati a far parte anche il Ruanda e il Burundi.
Come membro dell’Unione Doganale, la Tanzania applica la tariffa esterna comune al valore CIF (cost, insurance, freight) della merce importata.
La struttura dei dazi prevede tre aliquote (0% per le materie prime e alcuni fattori produttivi per l’agricoltura e l’industria, 10% per i prodotti semi-lavorati e le parti industriali, 25% sui beni finali di consumo).
Oltre al dazio, si applica l’imposta sul valore aggiunto la cui aliquota è pari al 20%. Esenzioni fiscali vengono garantite per l’importazione di beni e servizi associati a progetti finanziati da donatori, organizzazioni non governative o religiose, progetti che ricadono nell’ambito di un accordo di incentivo all’investimento, ecc.
Sui prodotti tessili, alimentari ed elettronici importati a Zanzibar si applica una tassazione inferiore rispetto alla terraferma. E’ però in atto uno sforzo di uniformazione delle tariffe, osteggiato dal Governo di Zanzibar.
Permane il dilemma della Tanzania relativamente alla scelta di continuare a far parte della comunità di integrazione regionale SADC (Southern African Development Community) o di optare per associarsi nuovamente al Mercato Comune dell’Africa Occidentale e Meridionale (COMESA), dal quale era uscita nel 2001, e come debba integrarsi alle due opzioni la partecipazione attuale all’Unione Doganale EAC.

La Tanzania beneficia del trattamento commerciale preferenziale previsto dall’AGOA (AfricaGrowth and Opportunity Act) per le esportazioni sul mercato statunitense e dell’iniziativa Everything But Arms (EBA) dell’Unione Europea.

BARRIERE NON TARIFFARIE
La Tanzania è tra i paesi fondatori della WTO. Negli ultimi anni è stato attuato un processo di riforma e di liberalizzazione commerciale che ha portato all’eliminazione della maggior parte delle barriere di natura non tariffaria. In passato, la Tanzania utilizzava intensamente barriere non tariffarie per proteggere l’industria locale e il suo mercato interno. In conseguenza dei processi di liberalizzazione, molte di queste barriere sono state eliminate, sia pure non completamente.

Notevoli progressi sono stati compiuti dal paese per quanto concerne la graduale abolizione dei regimi di proibizione di quota e di licenza e la sostanziale riduzione delle formalità burocratiche, dei controlli amministrativi, insieme alla semplificazione e facilitazione delle relative procedure.

Le licenze di importazione e di esportazione sono state abolite ad eccezione di quelle sui prodotti sensibili per la salute e la sicurezza pubblica. Non esistono particolari requisiti di standard se non quelli in uso per specifiche categorie di prodotti.

Il Tanzania Bureau of Standards è l’organo nazionale preposto alla standardizzazione, riconosciuto dalla ISO (International Standards Organization). Esso di solito adotta standard internazionali e rilascia certificati di qualità soprattutto per i prodotti manufatti.

La maggior parte degli standard in Tanzania è su base volontaria. La Tanzania segue gli standard ISO per quanto concerne l’etichettatura dei prodotti importati e non impone requisiti particolari in materia.
Il Ministero dell’Agricoltura rilascia le licenze di importazione per tutti i prodotti agricoli e animali importati. Tutti i prodotti importati dal valore superiore a 5.000$, tranne alcune eccezioni, devono essere soggetti ad una ispezione pre-imbarco. Gli importatori di tali prodotti devono compilare una Import Declaration Form presentandola ad un istituto bancario con il pagamento dell’1,2% del valore fob della merce.
Nonostante la virtuale assenza di barriere non tariffarie, l’agenzia doganale e le autorità portuali rappresentano la principale barriera all’entrata per gli importatori a causa di ritardi e inefficienze.

LE FORME SOCIETARIE RICONOSCIUTE
Gli investitori esteri possono operare in Tanzania alla stessa stregua degli investitori tanzani per cio’ che concerne l’organizzazione societaria dei propri affari. Possono, quindi, costituire società senza bisogno della sponsorizzazione o della partecipazione di soci tanzani, a condizione che siano soddisfatti i requisiti legali.

Sole Proprietorship
  
In questa forma organizzativa, una persona fisica conduce gli affari per suo conto, rendendosene personalmente responsabile sotto tutti gli aspetti, compresi gli eventuali debiti.

Partnership
  
Sono ammesse dalla legislazione tanzana sia le società in nome collettivo sia le società in accomandita semplice che, peraltro, non costituiscono una forma societaria di uso comune in Tanzania. Il numero di soci previsto va da un minimo di due ad un massimo di venti per un’attività commerciale generale o di dieci per un’attività bancaria.
Qualora tali limiti vengano superati, è richiesta la registrazione della società  sulla base della “Companies Ordinance”. Anche per tale forma societaria è fatto obbligo di registrazione della denominazione sociale sulla base della “Business Names Ordinance”.

Incorporated companies  
Sono così denominate le società di capitali regolate dalla “Companies Ordinance”.
Sono riconosciute in Tanzania le seguenti tipologie societarie:
– “unlimited companies“,  in questa forma societaria i soci sono personalmente responsabili per tutte le obbligazioni contratte dalla società;
– “limited companies”,  per le obbligazioni sociali risponde soltanto la società con il suo patrimonio e possono essere private o pubbliche.

Tali società, per le quali non viene fissato un minimo di capitale sociale,  non possono essere costituite da più di cinquanta soci.  

La società in accomandita per azioni, sebbene ammessa come forma societaria dalla legislazione tanzana, non è praticamente in uso.

Filiali di  società estere
  
Secondo il disposto della “Companies Ordinance“, alle imprese estere è concesso di costituire in Tanzania una filiale, “branch”. A tale scopo dovrà essere preso contatto con la Business Registration and Licencing Agency (BRELA) che richiederà  una particolareggiata documentazione della società. La BRELA, dopo aver proceduto all’esame dei requisiti statutari previsti, provvederà a rilasciare il “certificate of compliance”.

Designare un commercialista-revisore dei conti riconosciuto dal National Board of Accounts and Auditors, il quale ogni anno dovrà relazionare i soci sulla situazione patrimoniale e sulla gestione della società. Le filiali di società estere sono tenute a presentare annualmente alla BRELA anche i rendiconti finanziari della società-madre.

Registrazioni
  
Il primo contatto di un investitore estero con la realtà burocratica tanzana avviene attraverso la Business Registration and Licencing Agency (BRELA), emanazione del locale Ministero dell’Industria e del Commercio.  

La società semplice o le società di persone dovranno registrare solamente la denominazione sociale. Questo  avviene tramite richiesta scritta alla BRELA.  

Per quanto riguarda una  “limited company“, la BRELA richiede una  documentazione più particolareggiata relativa allo statuto ed all’organigramma  societario prima di rilasciare il cosiddetto  “certificate of  incorporation” che permette alla società di iniziare la sua attività.
Una volta ottenuto, il “certificate of incorporation“, è necessaria una ulteriore registrazione della società presso l’Income Tax Office che assegnerà un numero di riferimento indicativo che seguirà permanentemente  l’impresa nei suoi rapporti con le Autorità fiscali del  Paese.  

Oltre al “certificate of incorporation” sopracitato la complessa legislazione tanzana prevede  una serie di licenze e permessi  specifici, a seconda della natura degli affari che si intendono seguire.

La Tanzania ha avuto una crescita economica relativamente elevata nell’ultimo decennio, con una media del 6-7% all’anno.
Il prodotto interno lordo reale della Tanzania è cresciuto del 7,1% nel 2017 secondo le statistiche ufficiali. I dati di crescita trimestrali del 2018 sono in sospeso a causa di un ribasso del PIL in corso.
La crescita nel 2017 è stata sostenuta dall’espansione sia nel settore industriale che in quello agricolo.

Anno

Prodotto Interno Lordo (PIL) (miliardi di dollari)

2010

31,53

2011

34.07

2012

39.65

2013

45.68

2014

50

2015

47.38

2016

49.77

2017

53.23

2018

56.7

2019

60.81

2020

63,24

2021

65.92