Mercati africani: il potenziale dopo i dazi di Trump, l'analisi di ItalAfrica

Piano Mattei  mettere a sistema le iniziative imprenditoriali con quelle del Governo.

 

La quarta riunione della Cabina di regia del Piano Mattei per l’Africa, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, con la presentazione della bozza della seconda Relazione annuale sullo stato di attuazione del Piano che descrive le principali iniziative in corso segna una nuova fase di cooperazione Italia-Paesi Africani alla quale ItalAfrica guarda con grande attenzione. Così l’ing. Alfredo Carmine Cestari, Presidente della Camera ItalAfrica ricordando il significativo ampliamento del Piano Mattei a 5 nuovi Paesi – Angola, Ghana, Senegal, Mauritania e Tanzania – e l’avvio della operatività dei nuovi strumenti finanziari istituiti a sostegno del Piano.

ItalAfrica da anni – sottolinea Cestari – ha sviluppato accordi di cooperazione in particolare in Tanzania, Zanzibar, Senegal, Mozambico, Angola, Sierra Leone,  Repubblica del Congo e promuove missioni periodiche di nostri imprenditori ed intese tra Stati ed imprese degli stessi Paesi Africani considerando da sempre il Mediterraneo allargato, uno spazio geopolitico essenziale per il ricollocamento di segmenti strategici delle catene del valore dell’industria europea.

Stiamo dunque svolgendo un ruolo di facilitatori del dialogo tra le istituzioni, aprendo la strada a nuove opportunità di collaborazione e crescita reciproca, con un focus particolare sui progetti legati ai carbon credit ed energia rinnovabile. L’Africa oggi rappresenta un continente che può dare delle risposte significative all’Italia e l’Italia con il piano Mattei ha ben compreso questo valore. Tra gli obiettivi prioritari c’è quello di creare il più grande giacimento alimentare al mondo su centinaia di migliaia di ettari disponibili e non utilizzati.

I Paesi Africani – dice ancora Cestari – costituiranno sempre più un ponte fra l’Europa e il continente africano, che raggiungerà i 2 miliardi di abitanti entro il 2050 e ospita alcune delle economie con le più alte prospettive di crescita, in cui abbondano risorse naturali, quali idrocarburi, minerali e terre rare.

L’esigenza che si pone in ogni caso per i prossimi anni e decenni, in un contesto globale sempre più multipolare – aggiunge Cestari – è che Europa ed Africa possano costruire un effettivo percorso di sviluppo comune, non solo attraverso l’interscambio di beni, ma anche di competenze professionali, know-how tecnico-scientifico, risorse finanziarie ed umane. Condividiamo pertanto la strategia del Governo di rafforzare il mercato europeo e la sua competitività, con una forte sburocratizzazione e riduzione dei costi di produzione e dell’energia, oltre ad incoraggiare la Commissione Ue a espandere gli accordi di libero scambio. Ad un anno e mezzo dalla presentazione ufficiale del Piano – conclude Cestari – c’è sempre più bisogno di mettere a sistema le iniziative imprenditoriali con quelle del Governo.