Alfredo Cestari (ItalAfrica): Transizione energetica rilancia cooperazione
La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale è impegnata nel progetto “Sinergie per lo sviluppo” diretto al continente africano con il duplice obbiettivo di fare fronte alla crisi migratoria e di offrire nuove opportunità di investimento alle imprese italiane ed europee.
MOLITERNO (Pz) – “La transizione energetica, uno degli obiettivi più qualificanti del Recovery Plan, ripropone la sfida della posizione geo-economica del Sud del Paese, un’area, al centro del Mediterraneo e con una naturale proiezione commerciale e strategica verso l’Africa, che può costituire quel “mercato” che è sempre mancato”.
Lo sottolinea il Presidente della Camera ItalAfrica Alfredo Carmine Cestari, evidenziando che proprio a seguito del “caro bollette energetiche” la questione assume maggiore centralità. Innanzitutto l’utilizzo del gas nel Mediterraneo. Le emissioni di CO2 del gas sono le più contenute tra i combustibili fossili, pertanto il gas può rappresentare, anche secondo la Commissione europea, la fonte energetica “di transizione” verso le rinnovabili, non ancora del tutto autonome e sufficienti. Per questo occorre costruire un nuovo mercato di gas naturale liquido, rafforzarne il “corridoio sud” – dal Mediterraneo orientale verso l’Italia – e infine creare un hub del gas nel Mediterraneo. Per il nostro Sud le potenzialità sarebbero rilevanti, in termini di infrastrutture, sia per lo sbocco del gas nel Mediterraneo, sia per la cooperazione con l’Africa settentrionale nell’ambito del nuovo modello energetico europeo.
“Il continente africano – che ha il 13 per cento della popolazione mondiale ed è in grado di usare solo il 4 per cento dell’energia del Pianeta – sottolinea Cestari – è un laboratorio per sperimentare soluzioni innovative con una mentalità nuova, quell’innovazione su cui anche l’Europa e l’Italia stanno scommettendo per conquistare la transizione energetica. Nello specifico le tecnologie rinnovabili offrono significativi vantaggi in termini di creazione di posti di lavoro, sicurezza energetica, mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, produzione di cibo e acqua, riduzione della povertà e creazione di imprese. La domanda crescente da parte dei Paesi Africani di beni e servizi riguarda i settori più svariati, energia, infrastrutture, agricoltura, educazione, sanità, per citare i più importanti”.
Per Cestari l’economia italiana, orientata verso l’esportazione “necessita di nuovi mercati e l’Africa ha una crescente domanda di beni e servizi di qualità, che le nostre imprese possono offrire. In particolare le energie rinnovabili possono contribuire in maniera rilevante allo sviluppo delle aree remote e spesso non connesse alla rete elettrica. Impianti cosiddetti off-grid solari, eolici, mini-hydro e a biomassa possono fornire energia elettrica ai piccoli villaggi senza dover implementare grandi e costosi progetti infrastrutturali. Un maggiore accesso all’energia e all’elettricità ha ricadute positive in tutti i settori, dall’educazione, alla sanità all’agricoltura”.
La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale è impegnata nel progetto “Sinergie per lo sviluppo” diretto al continente africano con il duplice obbiettivo di fare fronte alla crisi migratoria e di offrire nuove opportunità di investimento alle imprese italiane ed europee ancora reduci dalla crisi con il supporto delle istituzioni comunitarie e nazionali. Il progetto, tra l’altro, intende contribuire a risolvere problemi economici e sociali tramite l’azione diretta del settore privato, in sinergia con le prerogative dell’Unione Europea nel campo delle energie rinnovabili.
Cestari evidenza inoltre che il Sud del nostro Paese – dove si concentra il 40,2% delle energie pulite complessivo – sta facendo passi avanti importanti sul piano dell’efficientamento energetico dei processi produttivi e nell’utilizzo di energie rinnovabili. Il Mezzogiorno vale il 37,4% della potenza fotovoltaica, il 96,5% della potenza eolica ed il 27,2% della potenza degli impianti a bioenergie. Andando ad analizzare ambiente e sostenibilità, la bioeconomia nel Mezzogiorno vale 23,6 miliardi di euro di Valore aggiunto, il 6,7% del totale economia dell’area (6,4% in Italia) ed il 23,6% del dato nazionale. Partendo da questi dati Cestari, presidente del Gruppo omonimo, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero, in particolare la Strategic Energy Resources, opera nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, rilancia l’impegno ad accrescere le attività per le energie rinnovabili.
“Di qui – conclude Cestari – la duplice necessità di innescare lo sviluppo dell’Italia meridionale nell’ambito dello sviluppo mediterraneo grazie al tema dell’energia, quale elemento trainante della sostenibilità e di avviare una politica estera italiana ed europea volta a stabilizzare l’area, per gestire meglio la questione ambientale, migratoria e, in generale, dei rapporti politici con i Paesi del Medio-Oriente e dell’Africa che si affacciano sul Mediterraneo”.